lunedì 29 novembre 1999

winter's swan

cara sally,
oggi doppietta di film. uno bello, l'altro un capolavoro.


winter's bone (debra granik, 2010)
winters_bone_postermissouri. quando pensiamo alla provincia americana, ci vengono in mente le praterie, i deserti, le villette residenziali... questo film è un pugno allo stomaco. esplora una realtà che si è soliti rimuovere, quella dei reietti della società, dei delinquenti, della giustizia personale. ma anche dell'innocenza che ne è coinvolta. ree è una 17enne con una madre depressa e due fratellini piccoli cui badare. suo padre, noto spacciatore locale, è scomparso: se non si fa vivo entro il processo che lo vede imputato, la sua famiglia perderà la casa, che lui aveva ben pensato di lasciare come cauzione. tra paesaggi e personaggi freddi, bui, crudi e violenti, ree percorrerà il cammino verso il ritrovamento di suo padre, in un finale macabro ma pieno di speranza. tratto da un romanzo del 2006, e interpretato dall'astro nascente jennifer lawrence, winter's bone racconta una storia di sopravvivenza tutto sommato semplice, valorizzata dall'ambientazione e dalla recitazione - della protagonista in primis - a denti stretti (i dialoghi sono effettivamente parecchio ostici, visto l'accento), incorniciata da un folklore locale sempre presente e di un'autenticità disarmante. una bella sorpresa.

black swan (darren aronofsky, 2010)
Black_Swan_Posterquando si parla di capolavori annunciati, mi metto sempre sull'attenti e parto prevenuto, come sempre. in questo caso ogni più piccola critica positiva nei confronti del film di aronofsky (di cui vi consiglio anche il precedente the wrestler, con mickey rourke) non basta minimamente a rendere l'idea della grandiosità di questa pellicola. da una storia molto semplice e una trama quasi inesistente (una compagnia di danza che deve mettere in scena il lago dei cigni), il regista scava nei sentimenti della protagonista in maniera così viscerale che la storia diventa lei stessa: i suoi dubbi, la sua insicurezza, i suoi timori e le sue paranoie - derivati in gran parte da una madre a dir poco oppressiva - sono raccontati attraverso tecniche (massiccio uso della steadicam e del digitale) e linguaggi cinematografici che normalmente faticherei a credere così bene amalgamati. il dramma incontra il thriller, l'inquietudine incontra l'horror, e la regia gioca a confondere lo spettatore in modi inaspettati ed efficacemente perfetti. un film perfetto, ecco, l'ho detto. una protagonista perfetta. che natalie portman fosse un'attrice straordinaria ce n'eravamo accorti già con closer, ma qui raggiunge livelli di espressività tali da far ricredere anche i più scettici... l'oscar come migliore attrice è praticamente già nelle sue mani. da recuperare subito, rigorosamente al cinema. applausi.

e ora mi mancano solo the fighter e true grit...

a domani!

p

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