lunedì 29 novembre 1999

recuperi locali

cara sally,
un paio di recensioni di un paio di film italiani lasciate in sospeso da un po'...

boris_habemus papam


boris - il film. io non ridevo così tanto con un film italiano da troppo tempo! certo, la maggior parte delle reazioni sono da attribuire alla pregressa conoscenza dei personaggi grazie alla serie tv, ma sicuramente anche un pubblico "nuovo" può apprezzare il film di boris senza problemi, senza pensare di essersi perso un mondo vastissimo di retroscena (42 episodi divisi in 3 stagioni). certo, personalmente consiglio di guardarsi prima la serie tv, e poi godersi il film al 100%, ma ognuno poi fa come gli pare. la scrittura è brillante e sagace, caustica, reale, cruda, terribilmente attuale e proprio per questo comicamente amara. il passaggio da un mezzo all'altro non è solo fisico, tangibile, ma è anche raccontato e vissuto con la stessa sagacia dimostrata per tre anni su sky prima, e su internet poi. renè ferretti alla fine siamo noi, fagocitati dal demone di "un" governo che adesso non ne azzecca una, ma che 30 anni fa ha azzeccato quella giusta: plasmare l'italiano medio cresciuto con la mediocrità del mass media di turno, che sia la radio, la tv o - in questo caso - il cinema: prova pure a cambiare le cose, ma finché non capisci dove sta il danno maggiore devi adeguarti. o no?
habemus papam. il nuovo film di nanni moretti arriva come al solito accompagnato da tante polemiche inutili, che ovviamente non si riferiscono alla pellicola in sè, quanto più a ciò che il suo regista rappresenta. lasciate da parte queste cose che poco ci interessano, (ri)scopriamo che moretti è un autore con le palle, che conosce il suo mestiere, che vive del suo mestiere, che ne sa talmente tanto da lasciarti a bocca aperta. prendere un papa e scindere l'uomo da ciò che rappresenta, vuol dire umanizzare una figura che nessuno s'è mai sognato di mettere in discussione, così come non se ne mette in discussione la fede, ovviamente. scoprire che tutti possono essere fragili, insicuri, non adeguati, ma non per questo cattivi, dona al film una poesia spiazzante e allo stesso tempo familiare. i contrasti tra il moretti psicoanalista e i cardinali del conclave non sussistono più quando sollevi gli strati e spogli le persone, trovando solo uomini, come tutti. il simbolo che il papa rappresenta, la sua guida, il suo impatto mediatico, passano in secondo piano e lasciano spazio solo alla persona, e alle sue comuni debolezze. tanti, tanti, tanti applausi.

a presto!

p

2 commenti:

  1. Moretti come sempre non si smentisce mai, come sempre in grado di andare aldilà delle "facciate" e mostrare anche agli altri una visione della realtà priva di inutili simbolismi.
    Questo è un film che andrebbe visto e compreso anziché analizzato da gente che di norma non è in grado di tirar le somme neanche sulla propria esistenza, figurarsi su quella altrui...

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  2. Concordo su Moretti, un vero "autore", tra i pochi in Italia. Lui si può permettere tutto e riuscire sempre egregiamente. Borsi purtroppo è passato così in fretta al cinema che non ho fatto in tempo a vederlo:-(

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