lunedì 29 novembre 1999

the king's speech

cara sally,
giornatina un po' di cacca.


a parte la multa sul bus (hanno prevedibilmente intensificato i controlli dopo l'aumento del prezzo del biglietto), se mi faccio un po' di conti noto che ultimamente ho qualche preoccupazione di troppo, che non dovrei e non vorrei avere. e mi scopro più apprensivo e debole di quanto voglia dare a vedere.



fortuna che in serata c'è stato il tempo per una bella uscita al cinema con la mia sorellina e con giancarlo, finalmente incontratisi per la prima volta. lumiere, audio originale sottotitolato, 4euro. cosa chiedere di più?

il film di oggi
the kings speech
nel caso specifico di the king's speech, mi viene da pensare come possa essere anche solo concepito un lavoro di doppiaggio. il film si regge su colin firth e la sua straordinaria capacità (nominata all'oscar, come del resto il film) di immedesimarsi in un balbuziente, ma non uno qualsiasi... un re. giorgio VI. durante la seconda guerra mondiale. o prima, in realtà... il film ci racconta il percorso che ha portato l'insicuro ma vulcanico duca di york a capo dell'impero britannico, con l'aiuto di un terapista del linguaggio diverso da tutti gli altri, un geoffrey rush in stato di grazia. tipicamente inglese, nell'umorismo soprattutto, il film impressiona per certe inquadrature maestose (westminster abbey), originali (la nuova famiglia realte che lascia la vecchia casa), e per alcuni movimenti di macchina che seguono vorticosamente i passi dei protagonisti (tra cui annoveriamo anche helena bonham carter e guy pierce); ma soprattutto per una miscela tra ilarità e commozione vista di recente poche altre volte. insomma, se non si fosse capito... il film mi è piaciuto moltissimo, e mai come questa voglia ne consiglio la visione in lingua originale.
solo un appunto: guy pierce è più giovane di colin firth di 7 anni (e si vede)... perché non hanno preso un altro attore per interpretare il fratello maggiore di giorgio VI?

a domani!

p

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